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Internet: i suoi primi quarant’anni

Come funziona, cosa permette e qualche istruzione per l’uso

La storia di questo mezzo sconvolgente, che ha cambiato la nostra vita, fra realtà e prospettive

Il Novecento è stato sicuramente il secolo in cui la diffusione dei mezzi di comunicazione di massa e l’evoluzione delle loro tecnologie hanno subito una notevole e significativa accelerazione. Ma tra gli strumenti di comunicazione quello che ha subito, in un tempo limitato, il maggior numero di trasformazioni è stato senza dubbio il COMPUTER che, in seguito all’avvento di INTERNET, è diventato il vero e proprio simbolo di una rivoluzione nel modo di comunicare.

La successione di eventi, i progetti che, nel corso degli ultimi trent’anni, hanno portato allo sviluppo di Internet nella sua forma attuale, rappresentano, infatti, uno dei capitoli più affascinanti della storia della tecnologia.

La storia
Tutto ebbe inizio a Washington nel 1966 quando un dirigente dell’ARPA, un’agenzia del Dipartimento della Difesa americano che aveva lo scopo di finanziare la ricerca nel campo delle tecnologie innovative, propose al suo direttore finanziario un progetto volto a consentire la comunicazione e lo scambio di risorse tra i computer dei vari laboratori universitari.
In realtà l’obiettivo era quello di aumentare la produttività e la qualità del lavoro dei ricercatori universitari, permettendo loro di comunicare e condividere le risorse informatiche.
La fase esecutiva del progetto di Arpanet prese il via nel 1969, ma la vera svolta è datata 1973. In quest’anno, infatti, venne sviluppato un nuovo protocollo di comunicazione che consentiva di integrare in un unico ambiente comunicativo reti e mezzi di comunicazione diversi: il TCP/IP. L’originario sistema telematico si trasformò quindi in una inter-rete, una Internet, appunto.

Nel corso degli anni Ottanta, vennero costruite numerose reti di collegamento tra le università americane che, per favorire un dialogo costante tra tutti gli apparecchi, vennero messe in connessione con Arpanet.

Ma verso la fine degli anni Ottanta, dal momento che la gestione era diventata per l’ARPA troppo o­nerosa, Arpanet venne definitivamente chiusa (1989).
La vecchia Internet, infatti, stava lasciando il campo ad una nuova Internet, globale e trasversale. Anche le aziende private iniziarono a dimostrare interesse verso questo strumento di comunicazione che ormai iniziava ad espandersi in tutti i paesi occidentali. Il vero boom nell’utilizzo di questa tecnologia risale, però, alla prima metà degli anni Novanta: molti gestori privati di reti di telecomunicazioni, interessati a vendere ad altri privati l’accesso, cominciarono a costruirne di sempre più veloci. Nel frattempo i ricercatori dei laboratori del CERN di Ginevra svilupparono un sistema per pubblicare sui nodi della rete documenti testuali interconnessi, battezzato World Wide Web (la ragnatela mondiale).

Nel 1993 due professori dell’Università dell’Illinois svilupparono la prima interfaccia grafica per l’accesso ai documenti presenti sul World Wide We e la distribuirono gratuitamente a tutta la comunità degli utenti della rete. Internet, quindi, diventò utilizzabile anche da utenti non esperti: la rete, dopo essere arrivata negli uffici e nelle aziende, entrò nelle case. Grazie alla sua tecnologia, in grado di collegare in tempo reale milioni di computer e di presone che si scambiamo informazioni, Internet è stato lo strumento di comunicazione che si è diffuso più rapidamente nella storia dell’umanità.
Perché Internet ha avuto successo?
Ma perché Internet è diventato il motore di un trasformazioni sociali, culturali, politiche ed economiche di così vasta portata?

I motivi sono diversi. Vediamone però nello specifico alcuni tra i più significativi. In primo luogo, le informazioni scambiate su Internet non sono solo ed esclusivamente suoni, ma sono informazioni multimedia.
Sulla rete infatti viaggiano tutti i generi di informazioni che un qualunque computer è in grado di utilizzare: testi, immagini, filmati, suoni, e programmi informatici, il tutto codificato in formato digitale.

Un altro aspetto importante della comunicazione sulla rete è l’interattività. Il concetto è molto ampio, ma ci basti sapere che grazie a questa caratteristica l’utente di Internet può essere sia mittente, sia destinatario della comunicazione e che il destinatario dei messaggi ha la possibilità di intervenire attivamente nelle forme e nei tempi della fruizione dei messaggi, modificando il messaggio ricevuto in base alle proprie necessità ed esigenze.
Inoltre, Internet è dotato di tre caratteristiche fondamentali che per certi versi ne fanno un unicum tra i diversi mezzi di comunicazione: assicura un elevato livello di libertà; è estremamente veloce; annulla le distanze spazio-temporali tra gli utenti.

Libertà: ovvero il navigatore può scegliere liberamente come muoversi all’interno della rete, quali percorsi effettuare senza che ci siano alcuni divieti di sorta.
Libertà anche di conoscenza: come è noto, è possibile reperire rapidamente tutte le informazioni di cui si ha bisogno, su autori, questioni, o problemi, anche se poi necessita sempre l’esperienza personale per elaborare tutto lo sterminato materiale cui si è avuto accesso.
Inoltre, si possono consultare libri, enciclopedie, quotidiani e periodici, alcuni dei quali appositamente, o esclusivamente, pensati per questo mezzo.
E interagire con gli altri media: dai film, alla musica, dalla telefonia, alla televisione.
 
Velocità
: grazie ai nuovi supporti le informazioni viaggiano sulla rete sempre più velocemente, assicurando la trasmissione dei messaggi in tempo reale. Inoltre, grazie a questa caratteristica peculiare, l’utente può inviare i messaggi anche a più persone contemporaneamente.
Fondamentale, la posta elettronica ( e – mail ) che ha rivoluzionato di per sé le nostre abitudini quotidiane.
 
Annulla le distanze: utilizzando Internet è possibile comunicare, dialogare, scambiare informazioni con qualsiasi persona, indipendentemente dal luogo fisico dove l’utente si trova.
Come funziona

Il funzionamento di Internet è piuttosto complesso, pur basandosi su un concetto molto semplice. I messaggi infatti devono compiere un viaggio da un punto ad un altro, seguendo una percorso prestabilito. A volte però a causa della presenza di ostacoli non è possibile seguire la strada più breve e bisogna procedere per percorsi alternativi. Volendo continuare con la metafora delle strade e delle autostrade, dobbiamo tenere presente che:
- Le località da raggiungere in questa autostrada sono i “siti”, ovvero i materiali organizzati in maniera omogenea presenti sui computer collegati in rete
- Le tratte da percorrere sono le linee telefoniche, cavi di rame e fibra ottica oppure i ponti radio e via etere o via satellite
- Gli automezzi sono i dati che viaggiano sui cavi sotto forma di bit
- I caselli sono i punti di ingresso e di uscita sono i provider
- Gli automobilisti sono i navigatori, cioè chiunque sia connesso alla linea (on-line)
- Il codice della strada è il protocollo TCP-IP che regola il flusso dei dati che viaggia
sulla rete A causa però della mancanza di una sorta di vigile che controlli, il mondo di Internet risulta in balia di tutti e di nessuno. Questo rappresenta, al tempo stesso, un vantaggio e un problema.

Per entrare e navigare in Internet è necessario avere determinati strumenti:
- Un computer collegato ad un modem
- Software di collegamento, in genere incluso nei S.O. moderni è il protocollo TCP/IP
e l’accesso remoto
- Modem più o meno veloce su linea commutata o ISND o sul ADSL
- Linea telefonica via cavo, via etere e via satellite
- Provider ovvero società che fornisce a pagamento o gratuitamente l’accesso ad Internet.

Motori di ricerca con controllo, per difendere i minori dai contenuti sconvenienti e altri sistemi di difesa

Alcuni motori di ricerca permettono di attivare un filtro per evitare di ottenere pagine negative in risposta alle proprie richieste. Google (solo nella versione inglese) lo chiama SafeSearch filtering e lo si può impostare a vari livelli per il PC sul quale si sta navigando. E' molto comodo perché riduce il numero di risultati di una ricerca, eliminando siti che sono abitualmente inutili e dannosi.

Accesso tramite ISP (provider) dotato di filtro

Ci si può collegare a internet tramite un ISP che utilizza un filtro di parental control, a volte attivabile a richiesta con una password. La capacità di filtraggio dipende dal filtro usato dall'ISP. E' importante che la password sia sconosciuta a coloro che devono navigare in modo protetto (i bambini, per esempio). E' anche importante che chi deve navigare sicuro non abbia la possibilità di fare chiamate ad altri ISP alternativi: questo si può impedire con sistemi operativi come Windows 2000 e XP che permettono di limitare i permessi di creazione di nuove connessioni via modem e di modifica di quelle esistenti.
Davide è il servizio più famoso, anche perché è stato uno dei primi in Italia a fornire connettività filtrata. E' gratuito per i privati con accesso via modem; costa circa 10 € al mese per enti non-profit e meno del doppio per le aziende. Ha POP in tutta Italia e quindi si fa sempre chiamata urbana: è anche abbastanza veloce con un modem 56K. Non è possibile disabilitare il filtro, il che rende la navigazione dei bambini abbastanza sicura. La sua efficacia è basata su una lista di siti da bloccare, aggiornata continuamente. Nuovi siti negativi possono perciò facilmente passare fino a che qualcuno non li segnala per l'inclusione della lista.
Fornisce il servizio di filtro anche per connessioni ADSL, con costi intorno ai 5 € al mese (gratis se ADSL Tiscali) e condizioni speciali per le scuole: www.davide.it/adsl tin.it Family è un'offerta commerciale (6,66 € al mese) di TIN.it e Virgilio. Si può mpostare la navigazione con diversi livelli di protezione, da Garden (solo su siti adatti ai bambini tramite il portale Virgilio Junior) a Libero (senza protezioni).
E' interessante notare che diversi servizi simili a quelli elencati sono falliti nel corso degli ultimi anni. A quanto pare i genitori non sono disposti a pagare per un controllo di protezione. Ci sono comunque molti programmi installabili sul proprio PC: utilizzano metodi e criteri diversi. Spesso combinano più criteri per essere più efficaci. Per tenersi aggiornati sui prodotti più utilizzati, basta cercare "filtering software" oppure "parental control" con Google.

           Oggi è già domani: prospettive sociali e politiche

Il professor Leonard Kleinrock è uno dei papà di internet.  
Secondo lui, la più grande sfida a cui è chiamata internet del futuro è affrontare l'insieme dei "malicious attacks", le azioni negative come lo spam, i virus, il furto d'identità, la pornografia, la pedofilia.
Se parliamo di tecnologia, internet non ha grossi problemi: il network è costruito in modo tale che permetta sempre di implementare nuove applicazioni, tecnologie o servizi. Il problema è che in questo modo abbiamo creato una Rete talmente aperta da rendere la vita molto facile anche ai malintenzionati. E' il lato oscuro del Web. Oggi, però, bisogna confrontarsi con questo "lato oscuro", soprattutto rafforzando il controllo di autenticazione di tutto ciò che passa in Rete: dai contenuti agli stessi utenti.

La natura "sociale" del Web 2.0 (con i blog, il p2p, il social networking) e idee collettive come Wikipedia sembrano voler cercare la risposta dei problemi di Internet in una specie di cooperazione per l'autocontrollo, in cui sono gli utenti stessi a difendere la salute della Rete.
Wikipedia è un progetto brillante. All'inizio, erano in molti a pensare che non avrebbe mai potuto funzionare e invece ha raggiunto dei risultati straordinari. Quando si è trattato di lavorare al nuovo protocollo IP v6, noi stessi abbiamo seguito un percorso simile a quello di Wikipedia. La cooperazione distribuita però non è un metodo infallibile. Pensiamo a quello che fanno le aziende commerciali per finire in testa ai risultati dei motori di ricerca: riempiono le proprie pagine di parole chiave, in modo da apparire per prime. Qualcosa del genere potrebbe accadere in Wikipedia, dove qualcuno potrebbe cercare di valorizzare sé stesso e i propri interessi contro quelli degli altri. Il problema rimane complesso. Anche se Wikipedia in effetti rappresenta molto bene quello spirito collettivo con cui nacque l'intera rete Internet, nata  sviluppata grazie al contributo appassionato di molte più persone.

Un altro tema caldo relativo al Web e alle nuove tecnologie è quello della privacy. Assieme ai "malicious attacks", la privacy rimane il vero punto caldo di Internet. E' abbastanza evidente che lo sviluppo di un network sempre più efficiente e ramificato ha compromesso pesantemente la privacy delle persone. Però, al tempo stesso, ne ha aumentato la sicurezza. E' una sorta di accordo, per cui si può decidere di rinunciare a un po' della propria intimità per ottenere un maggiore livello di sicurezza. Però non dobbiamo aspettarci una definizione della questione nel giro di poco tempo. Sarà un processo lento, che andrà valutato passo per passo.

Da qui alla questione politica, il salto è breve. Nei mesi scorsi, abbiamo assistito a un dibattito piuttosto acceso su chi debba essere il principale referente e "controllore" di Internet: gli Stati Uniti o le Nazioni Unite?
Il problema del governo di Internet non è diverso da quello della gestione delle acque internazionali o di qualsiasi altro bene che interessa più paesi. Gli Stati Uniti hanno giocato un ruolo fondamentale nella nascita della Rete - praticamente l'hanno creata - e per questo ancora oggi mantengono un controllo molto severo di alcuni suoi settori chiave, per esempio l'ICANN (l'associazione che gestisce gli indirizzi Web). Il sistema attuale non è del tutto negativo, ma è chiaro che dovrà muoversi verso una maggior partecipazione internazionale. Per fare ciò, però, non basterà riunire i leader tecnologici dei vari paesi, ma bisognerà coinvolgere direttamente i capi politici.
In ogni caso, bisognerà favorire la sempre maggiore diffusione di internet a livello planetario e impedire che, oltre agli analfabeti veri e propri, ci siano in futuro analfabeti informatici: la cooperazione e lo sviluppo sociale ed economico passano attraverso l’accesso a internet e l’utilizzo generalizzato.  

Il professor Stephen Coleman è un altro dei massimi esperti di internet a livello internazionale.
Secondo lui, vero e proprio il profeta della democrazia elettronica, internet è lo strumento attraverso cui nel prossimo futuro si realizzerà la vera democrazia. Un futuro che è già cominciato. Coleman lo sta già realizzando per il governo inglese di Tony Blair, a riprova che si tratta di strategie di modernizzazione e di avanguardia, perfettamente bipartisan, che cioè non hanno colore politico, se non quello di avvicinare i cittadini alle istituzioni. Coleman, nel ribadire la sua impostazione teorica e nello svelarne le pratiche applicazioni, dimostra come i cittadini possano entrare nella politica da protagonisti servendosi delle applicazioni consentite da internet. Applicazioni che è possibile realizzare subito. Basta crederci. Basta volerlo. Pensate che bello poter intervenire con i propri convincimenti nel corso della definizione e dell’approvazione delle leggi di cui l’assemblea si impegna a tener conto e a concretizzare. Pensate che bello poter scegliere le cose e le persone, fissare l’agenda dei dibattiti, raccontare le proprie esperienze: tutte cose che i cittadini possono essere chiamati a fare, direttamente dalle istituzioni. Pensate a votare, infine, via internet: e dopo due minuti dalla fine dell’orario di voto avere già i risultati definitivi! Sembrano cose impossibili, a cui si rifiuta l’approccio per pigrizia mentale e, soprattutto, per paura. Le novità fanno sempre un po’ paura. Quelle epocali, poi, terrorizzano. Pensate a quando tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento arrivarono la luce elettrica, l’industria pesante, le macchine e gli aerei… Ci vorrebbe ora un Filippo Tommaso Martinetti redivivo poeta a cantare la bellezza dell’attualità della nostra modernità! Ci vorrebbe ora un Federico Nietzsche redivivo filosofo a teorizzare l’accettazione della sfida della nostra contemporaneità! Accontentiamoci per ora di Stephen Coleman e delle sue dichiarazioni lungimiranti ( alla latina: lungi/ miranti, che, cioè, guardano lontano ) : sono già una certezza e una speranza per tutti noi cittadini più o meno modello. Ma il vero cittadino modello in primo luogo PARTECIPA. E facciamo un salto indietro di duemila trecento anni per ritornare ad Aristotele e alle sue teorizzazioni, facciamo un salto indietro nella culla della nostra civiltà, quando nacque la parola e dunque il concetto della politica ( alla greca: la partecipazione alla polis, alla vita della propria comunità ). Oggi è possibile direttamente e grazie a internet! Questo significa la lucida profezia di Stephen Coleman. I giovani di oggi saranno i veri democratici di domani. Grazie a internet.


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